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PADELLE ANTIADERENTI CANCEROGENE

Il fondo è rivestito con uno strato di politetrafluoroetilene (PTFE), meglio conosciuto come Teflon. Il Teflon rilascia il PFOA, ossia il componente cancerogeno.

La notizia è di quelle che allarmano. Le padelle di teflon possono essere pericolose per la salute. A sostenerlo un’autorità in materia, l’Agenzia per la protezione ambientale statunitense (Epa), che ha chiesto alle aziende di eliminare il Teflon entro. O meglio la sostanza realmente pericolosa si chiama acido perfluoroctanoico (PFOA), utilizzata nella fabbricazione di utensili da cucina antiaderenti e di materiali come il Teflon, appunto. L’obiettivo è di ridurne del 95% emissioni e livelli, e di procedere alla loro eliminazione.

Ma possibile che non ci si sia accorti prima di questi rischi? E quali sono effettivamente?

I fatti
Per cominciare non si tratta di una novità assoluta. Già lo scorso anno le cronache parlavano di un rimborso da 85 milioni di dollari che la Dupont, la principale compagnia produttrice e la prima a mettere in commercio il Teflon nel 1946, ha accettato di pagare ad abitanti dell’Ohio e della West Virginia che le avevano fatto causa, perché residui di Pfoa erano stati trovati nell’approvvigionamento idrico di un impianto della West Virginia. La sostanza, del resto, non si trova solo nelle pentole, ma anche nei tessuti da abbigliamento e da arredamento, oltre che come componente di farmaci, schiume antincendio, lubrificanti, adesivi, cosmetici, insetticidi, rivestimenti per tappeti e mobilio. Si può ben capire, perciò, che la sostanza, come molte altre sostanze chimiche di sintesi, si ritrova nel sangue di ciascuno e, una volta entrata nell’organismo, richiede parecchio tempo prima di essere eliminata. Peraltro il suo ruolo nocivo è ancora in discussione e la stessa Epa ha detto che continuerà a studiare l’impatto della sostanza sulla salute dell’uomo. Sono gli studi animali, infatti, ad aver evidenziato che livelli elevati di esposizione alla sostanza causano nei topi danni al fegato e all’apparato riproduttivo. Nel frattempo, ridurre al minimo i residui del composto è la cosa giusta da fare per il nostro ambiente e la salute, spiegano all’Epa. L’idea è che visti i 10 anni necessari a smaltire la sostanza, non accumularne più potrebbe evitare ogni rischio successivo.
Il WWF, impegnato da tempo nella campagna Detox/Svelenati, approva la decisione dell’EPA. Non solo: l’occasione è ghiotta per mettere in guardia dai rischi europei.

Oggi, infatti, in teoria tutte le nuove sostanze chimiche devono essere sottoposte a test rigorosi prima di essere commercializzate in Europa. Ma il PFOA è una delle circa 100 mila sostanze che hanno evitato questo test, perché inventate prima del 1981. E’ perciò quanto mai urgente adottare una normativa che regoli la presenza delle sostanze chimiche in prodotti di uso quotidiano. Si torna così a parlare, e Greenpeace è sulla stessa lunghezza d’onda, dell’accordo Reach (Registrazione, Valutazione e Autorizzazione delle Sostanze chimiche) attualmente in discussione, che imporrebbe ai produttori e agli importatori di comunicare informazioni certe sulle circa 30 mila sostanze chimiche che circolano ogni anno in Europa, e sulla sostituzione di agenti chimici nocivi con alternative più sicure. E questo sarebbe già un bel passo avanti.

Il Teflon è al centro di una class action promossa nel luglio scorso, perché la sostanza viene usata per realizzare una pellicola nelle pentole antiaderenti, con rischi per i consumatori, che non ne sono avvertiti.
La compagnia chimica è stata oggetto di altre controversie con i residenti prossimi ad un suo impianto nel West Virginia e con la stessa EPA, per mancate informazioni.

Ora l’EPA ha invitato DuPont, 3M/Dyneon, Arkema, Asahi, Ciba, Clariant, Daikin e Solvay Solexis, a ridurre l’Utilizzo del PFOA del 95% entro il 2010 e ad eliminarlo entro il 2015, non solo negli Usa ma ovunque operino.
DuPont ha dichiarato immediatamente la propria adesione al programma proposto dall’EPA, affermando di aver già ridotto del 94% le emissioni di PFOA dai propri processi produttivi e che intende raggiungere il 98% entro la fine del 2007.
Nell’aderire all’iniziativa dell’EPA, DuPont ha tenuto a sottolineare che, “anche se le attività di valutazione di rischio non sono ancora completate e le nuove informazioni potranno mutare il quadro attuale, l’EPA non dispone di alcuno studio che colleghi specificamente gli attuali livelli di esposizione al PFOA a effetti sulla salute umana”.
Ma la questione dei rischi del Teflon è riesplosa, quando l’EPA ha diffuso il parere di un comitato scientifico consultivo della stessa Agenzia, che sta conducendo una revisione sulla sicurezza del Teflon, che ha concluso, a maggioranza, che esso è “cancerogeno” per gli esseri umani.
In Italia, l’annuncio dell’EPA ha indotto l’associazione dei consumatori Codacons a chiedere al ministro della Salute di intervenire per tutelare la salute dei cittadini, procedendo al sequestro di 150 milioni di pentole al Teflon.

TEFLON CANCEROGENO??
Rischio in cucina a causa delle pentole antiaderenti. Rettifichiamo un articolo precedente. L'Agenzia americana per la protezione ambientale (EPA) ha accertato che l'acido perfluoroctanico utilizzato nella produzione del teflon rimane nel sangue per 4 anni. Entro il 2015 i produttori dovranno cessare la produzione. Nel frattempo: attenzione alle pentole e padelle antiaderenti. L'EPA (Enviromental Protection Agency) ha ufficialmente chiesto ai colossi 3M, DuPont e altri di sospendere progressivamente la produzione e l'utilizzo del PFOA (acido perfluoroctanico) entro il 2015. Secondo quanto accertato dalle autorità ambientali americane, questo prodotto (utilizzato per la produzione del teflon e utilizzato in molti prodotti tra i quali le pentole antiaderenti) lascia tracce nel sangue umano. Le ricerche della 3M, uno dei principali produttori, avevano evidenziato che l'esposizione continuata a questa sostanza chimica può provocare danni al sistema riproduttivo e al fegato dei topi utilizzati come cavie.

L'EPA ha trovato questi residui anche in molte persone, e non solamente nelle cavie di laboratorio. Secondo uno studio divulgato dal WWF e da Greenpeace, il PFOA è stato individuato nei cordoni ombellicali e nel sangue delle donne incinte. 

PADELLE ANTIADERENTI A RISCHIO Il teflon (prodotto tramite PFOA) viene utilizzato nelle pellicole delle padelle antiaderenti. Secondo la DuPont ovviamente le pentole e i prodotti in generale fatti con i propri materiali sono sicuri e casualmente non sarebbero stati accertati danni per l'uomo. Peccato che sempre la DuPont abbia sborsato centinaia di milioni di dollari per patteggiare delle controversie legali sorte a causa dei residui del PFOA ritrovati nelle faglie acquifere e per aver taciuto informazioni importanti. DuPont vs Ambiente La DuPont, il più grosso produttore mondiale, è da anni al centro di controversie legali legate al PFOA. 

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